Le ambizioni della società e di Mihajlovic non coincidono. L'attaccante un "contentino" per il tecnico
La sconfitta di San Siro contro l'Inter ha rimarcato il valore del Bologna che vale la fascia di classifica compresa tra il 10° e il 15° posto
Diamo i numeri, proviamoci almeno. 39: sono gli anni che Palacio compie a febbraio. 2: i mesi di stop di Santander, infortunato da fine ottobre e ovviamente ancora ai box. 2: i gol segnati da Barrow nelle prime dieci giornate di campionato, a conferma di una involuzione che non riguarda solo il rendimento ma che deriva - azzardiamo - da un'identità in crisi, un calo fisiologico naturale per un ragazzo di 22 anni. 2: gli attaccanti di riserva in panchina sabato sera a San Siro, uno è Simone Rabbi e l’altro è Edoardo Vergani, entrambi hanno 19 anni e sono entrati a partita in corso. 5: sono i gol segnati dal capocannoniere del Bologna, Soriano, che non è un attaccante ma un signor trequartista. Cinque gol sui quindici complessivi dei rossoblù li ha fatti lui: un terzo secco, uno su tre. Domanda dopo aver messo in fila questi numeri: il Bologna ha bisogno di un attaccante? Risposta facilissima: sì, ne ha molto bisogno. Lo dice - da mesi - Sinisa Mihajlovic, ma i suoi sembrano i messaggi in bottiglia del naufrago che sull'isola deserta spera di vedere una nave all'orizzonte. Chissà se il Bologna a gennaio lo ascolterà. Proviamo a fare chiarezza: la classifica del Bologna è buona. 12 punti, 10° posto. Sappiatelo, a Casteldebole in dirigenti oggi si stanno chiedendo: a che serve un attaccante se già così - senza una vera punta di ruolo e con tanti problemini da risolvere - il Bologna è ampiamente oltre la linea dei dannati? Vale davvero la pena svenarsi per un attaccante con metà stagione davanti? E’ una domanda legittima, anche perché questo campionato - più di quelli degli ultimi anni - è spezzato in due. Seguiteci: le prime sei della classifica hanno perso solo tra di loro, negli scontri diretti. L'Inter ha perso una volta nel derby, il Napoli (sul campo) con Sassuolo e Milan (a tavolino contro la Juve), il Sassuolo con l'Inter, la Roma a napoli (poi a tavolino a Verona), Milan e Juventus sono imbattute. E’ una classifica blindata, scalare la gerarchia è un'impresa quasi impossibile. Anche per quanto riguarda 7°, 8° e 9° posto. Lazio e Atalanta (14 punti ma una partita in meno) sono nettamente più forti del Bologna. E pure il Verona - distanziato di soli 2 punti dai rossoblù - è più competitivo: la squadra di Juric ha perso solo 2 volte, a fronte delle 6 sconfitte di Mihajlovic. Non c’è gara. Dunque, dove può sperare di arrivare il Bologna? Tra il 10° e il 15° posto, nella migliore delle ipotesi, ma con serie possibilità di farcela perché è quella la sua fascia. Più su, no di sicuro. E a meno ci clamorosi crolli, più giù del 15° posto nemmeno, perché ci sono squadre oggettivamente meno attrezzate. Capito perché i dirigenti del Bologna sono così restii a far aprire il portafoglio a Saputo? In realtà si tratta di un mezzo fallimento, perché - dopo un quinquennio di assestamento - la promessa del salto di qualità è stata ancora una volta rimandata. Dicevamo dell’attaccante che manca a Mihajlovic. Se arriverà, sarà solo per accontentare l'allenatore, non certo perché dietro c’è una reale strategia. Un contentino, per rasserenare un rapporto destinato - scommettiamo?- a mostrare qualche crepa, perché - bisogna dirlo - le ambizioni della società e di Mihajlovic non coincidono.