Sempre a testa alta: l'analisi tattica di Bologna-Inter
I rossoblu soffrono la forza della capolista nella prima frazione di gioco per poi tentare l'assalto al pareggio nella ripresa
Si interrompe a cinque la striscia di vittorie consecutive del Bologna, costretto ad alzare bandiera bianca di fronte all'Inter, in un Dall'Ara stracolmo di tifosi. Match winner di giornata il giovane difensore nerazzurro Bisseck, capace di battere Skorupski con una zuccata al minuto 37 del primo tempo. I rossoblu, nella seconda frazione di gioco, reagiscono e mettono in campo una partita solida e volenterosa, non riuscendo però a trovare il giusto guizzo per battere Sommer. La truppa di Thiago Motta esce comunque a testa alta dallo scontro con la prima della classe, con lo spauracchio Zirkzee che sarà assente per il prossimo mese a causa di una lesione muscolare al bicipite femorale sinistro.
PRIMO TEMPO DI MARCA NERAZZURRA
Entrando più nel dettaglio della consueta analisi tattica riferita alla partita di sabato pomeriggio, è possibile notare alcune delle costanti tattiche che si sono ripetute nel corso dei novanta minuti sul rettangolo verde. Come vediamo nell'IMMAGINE 1, Inzaghi sfrutta tantissimo i braccetti difensivi per dare alternative alla costruzione del gioco. Non è il solo Calhanoglu a doversi assumere l'incarico in regia, ma anche Bastoni che può sfruttare le sue qualità tecniche per concedere nuove soluzioni allo sviluppo del gioco. Interessante anche il movimento di Thuram ad attaccare la profondità per costringere la difesa rossoblu a scappare all'indietro andando ad allungare la distanza tra i reparti.
D'altro canto il Bologna ha risposto con uno dei suoi principi di gioco già visti varie volte in questa stagione: l'attacco del lato debole. Nell'IMMAGINE 2 di seguito è infatti rappresentata al meglio una situazione di questo genere. I rossoblu, dopo aver sviluppato gioco sulla corsia di sinistra d'attacco, e aver attirato le marcature difensive degli avversari, hanno improvvisamente cambiato campo su Odgaard che, volontariamente, ha accompagnato l'azione cercando di mantenere il più possibile l'ampiezza. Rispetto ad Orsolini, l'ex AZ Alkmaar ha meno cambio di passo sul breve, di conseguenza risulta essere meno efficace nel cosiddetto ‘dribbling stretto’. Questo scenario, dunque, sarebbe stato più favorevole ad un calciatore come ‘Orso’, più a suo agio nel spostare palla rapidamente per tirare in porta. Da sottolineare, inoltre, la scalata velocissima dei difensori dell'Inter, molto attenti poi ad andare a chiudere anche gli scarichi a ridosso del limite dell'area.
Sul finale di tempo è arrivato il gol che ha deciso la partita, costruito dopo una lunga fase di possesso palla da parte degli uomini di Simone Inzaghi. Come vediamo nell'IMMAGINE 3, sono due gli errori in particolare che hanno consentito all'Inter di trovare la via del gol: da una parte la troppa facilità con cui Bastoni è potuto andare al cross, con i giocatori rossoblu un po' troppo pigri nell'accorciare verso la palla scoperta. Dall'altra l'evidente errore in marcatura di Saelemaekers che si è fatto prendere alle spalle dall'autore del gol Bisseck all'interno dell'area di rigore. In ogni caso resta da evidenziare l'ottimo sviluppo di gioco da parte degli avversari, capaci di costruirsi il vantaggio con la giocata dei due braccetti difensivi, vera arma in più di questa squadra.
IL BOLOGNA CERCA IL PAREGGIO: LE MOSSE DI MOTTA
Nella seconda frazione il Bologna è riuscito a trovare con maggior facilità delle linee di gioco utili a scardinare la pressione dell'Inter, fino a lì molto precisa e ordinata. A questo ha contribuito anche un atteggiamento un po' più rinunciatario da parte dei nerazzurri che, una volta in vantaggio, hanno preferito alternare pressing alto con difesa bassa posizionale.
Come vediamo nell'IMMAGINE 4, infatti, una di queste soluzioni per eludere il pressing avversario è stato liberare Posch sulla destra. I rossoblu costruiscono sul centro-sinistra, con l'Inter che arriva in pressione uomo su uomo, lasciando però libero da ogni marcatura il terzino austriaco. Giocando rapidamente in orizzontale e poi in diagonale, la formazione di casa è riuscita a trovare il classe ‘97 alle spalle della linea di pressione interista, consentendo di aggredire in avanti e obbligando i nerazzurri a ripiegare velocemente nella propria metà campo.
Un'altra chiave tattica interessante che ha messo in difficoltà l'Inter nel secondo tempo è stato l'apporto in costruzione di uno dei due centrali. Quest'arma, come abbiamo già visto varie volte nelle precedenti analisi tattiche, è uno dei principi di gioco tanto cari a Thiago Motta che, contro una formazione così forte, ha avuto difficoltà a replicare con continuità.
Nell'IMMAGINE 5 di seguito è possibile notare il movimento di Lucumì a sostegno di Kristiansen. Il centrale colombiano, infatti, permette di portare quella parità numerica posizionale (2 vs 2) decisiva per uscire vincente dal duello in quella zona di campo, ma anche di aprire spazi in rifinitura dove Zirkzee o Ferguson possono muoversi per andare poi ad attaccare la porta di Sommer.
Soprattutto nella ripresa, inoltre, sono stati ripetuti i tentativi individuali di alcuni calciatori come Zirkzee, Ferguson o Ndoye, che hanno provato a cercare la giocata giusta per abbattere il muro difensivo dell'Inter. Scelte assolutamente condivisibili, e dettate anche dai vari momenti di partita dove non solo le trame di gioco più organizzate potevano rappresentare la chiave giusta per scardinare le maglie difensive avversarie.
Credit photo: Wyscout