Lukasz Skorupski dopo aver subito gol dal Milan (ph. Instagram Ac Milan)

29, segnatevi questo numero, giocatevelo al Lotto, scrivetelo in un pizzino e fatelo avere a Bigon e Sabatini. 29, come il numero di partite consecutive in cui il Bologna prende gol. Una striscia penalizzante e sconfortante, che fotografa senza pietà il primo limite della squadra. Una difesa colabrodo, un portiere inadeguato, una protezione difensiva fragilissima. 29 è anche il numero che per la smorfia napoletana viene associato all’organo riproduttivo maschile, ma nessuno pensi che questo dettaglio implichi l’esclamazione che ne consegue. L'ultima volta che il Bologna ha chiuso i 90 minuti con la porta inviolata - come si diceva una volta - è uno 0-0 di mercoledì 25 settembre 2019, a Marassi, contro il Genoa. Erano tempi in cui parlavamo di Greta Thunberg e di clima, Allegri e Ambra andavano a vivere insieme, Balotelli prometteva di diventare quello che non è mai stato. Sembra il Pleistocene, era un attimo fa. E dunque: nelle 34 partite fin qui giocate solo in due occasioni (0-0 col Genoa e 1-0 con la Spal, 5ª e 2ª giornata) il Bologna è riuscito nell'impresa di non subire gol dagli avversari. Per la cronaca: la Spal ha il peggior attacco della Serie A, solo quattro squadre hanno segnato meno del Genoa. Non si tratta qui di discutere se il Bologna meritava qualcosa in più col Napoli (sì lo meritava) o se doveva beccarne sette dal Milan (sì, poteva succedere) e conta poi poco sapere se il piazzamento finale sarà il 10° o il 13° posto; conviene invece concentrarsi sul reparto difensivo di una squadra che in 34 partite ha subito 57 reti, già una in più del totale dell'anno scorso, già cinque in più del computo finale di due anni fa. Conviene, sì, pensando al futuro e a un reparto da rifare da cima a fondo. Su Skorupski c’è poco da dire: non ci sembra un portiere che aggiunge valore, tutt’altro. E poi: Denswil bocciato, Bani utile ma nelle rotazioni, Mbaye ha fatto il suo tempo, Dijks da rivedere in fase difensiva. Danilo regge finché regge ma - giusto per ricordarlo - ne ha già trentasei. Promosso il solo Tomiyasu, che a conti fatti si sta rivelando l'acquisto più azzeccato, se non altro il più affidabile. Se lo ricordino - i dirigenti del Bologna - questo numero 29 (ma potrebbe persino aumentare) quando cominceranno ad ipotizzare la difesa per il campionato 2020-21. L’annotazione finale la merita Mihajlovic, per non aver esitato - come molti suoi predecessori - a far debuttare in Serie A ragazzi di 18/19 anni: Corbo (già l'anno scorso), Baldursson, Dion Ruffo Luci, Cangiano. Un certo fiuto Mihajlovic ce l’ha. E’ stato lui a far debuttare in A - a sedici anni, 8 mesi e 6 giorni - Donnarumma. E fu sempre lui - da calciatore in forza alla Roma - a convincere il suo allenatore dell'epoca - Boskov - a mandare in campo un ragazzino col ciuffo che scalpitava in panchina. Si chiamava Francesco Totti.

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