Bologna, l'intervista a Castro: "La numero 9? Mi fa lottare fino all'ultimo pallone"
Santiago Castro intervistato da La Gazzetta dello Sport: i modelli, il rapporto con Zirkzee, l'entusiasmo Champions, le esultanze e gli insegnamenti dei mister
Il sorriso sincero di Santi Castro nasconde la voglia di onorare la maglia numero 9 che il Bologna ha scelto per lui.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato l'attaccante argentino, alla vigilia della prima partita di campionato contro l'Udinese.
Santi sarà chiamato a guidare da titolare il reparto offensivo rossoblù, ecco le sue impressioni per la prossima stagione e l'affetto speciale per l'ex compagno Joshua Zirkzee.
Soprannomi di Castro e modelli da seguire
Di soprannomi non ne ho troppi, dai (ride). Toto, qualcuno mi chiama Santi, un giornalista al Velez mi chiamò Locomotora e qui sono diventato Lautarito.
Arrivo a Bologna, mi presento e dico che uno dei miei riferimenti è Lautaro Martinez, un giocatore che ho sempre ammirato e a cui sono stato accostato in Argentina.
Poco dopo mi arriva un messaggio. “Benvenuto in Italia e di qualsiasi cosa avrai bisogno sappi che ci sono”: firmato Lautaro […] Il suo messaggio è stato velocissimo. Quando abbiamo incontrato l'Inter , beh, ci siamo scambiati la maglia. Un onore
Sulla numero 9 ereditata da Zirkzee
Joshua è un ragazzo splendido, umile. Quel che ci siamo detti resta in privato, ma di certo io gli ho espresso la mia contentezza del suo passo allo United e lui mi ha detto “Santi, tu sei pronto”. Una grande persona, Joshua.
La numero 9? A me la pressione piace, quasi la voglio.
Mi fa stare sveglio, attivo, mi stimola, mi fa lottare anche sull’ultimo pallone della partita
Tatuaggi ed esultanze
Di tatuaggi ne ho diciannove, c’è tutta la storia della mia vita, da mio fratello a mio papà fino alla Torre di Maratona del Dall’Ara, il simbolo del Velez, famiglia, Dio.
Sul polso sinistro (quello che mostra per le esultanze, ndr) c'è la “R” di Ramiro, mio fratello. Al polso destro ho l’iniziale di mio papà, Dario.
Come sarà il ventesimo tatuaggio che farò? Forse con il simbolo della Champions
Sugli insegnamenti di Motta e Italiano al Bologna
Thiago mi ha insegnato a giocare più vicino alla squadra. Vincenzo mi chiede movimento per aprire il gioco anche senza palla, di attaccare l’area. Sono molto simili, con Italiano magari si cerca la verticalità prima e ci sono più cross
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