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Rientra, non ha perso condizione perché è stato fermo 3 giorni per la botta subita a Birmingham ma poi ha ripreso ad allenarsi. Domani comunque partirà Miranda dal primo minuto: gli diamo continuità perché sta crescendo, ma deve essere quello visto nel secondo tempo con Lecce.

Juan Miranda
Juan Miranda (ph. Image Sport)

Sulla crescita difensiva

È importante reggere sotto l'aspetto difensivo, non è una questione di reparto ma di squadra. Col Lecce abbiamo terminato con zero tiri in porta, nelle ultime trasferte a Genova e Cagliari dopo il vantaggio eravamo poco concentrati. Dobbiamo limare ancora qualche errore ma ho visto grande applicazione, questi numeri mi piacciono, è anche una questione individuale perché i portieri guardano la classifica dei gol subiti. 

Sulla classifica: obiettivo playoff?

È qualcosa che proveremo a raggiungere senza l'ossessione di fare un qualcosa di cui siamo consapevoli delle difficoltà. Per riuscirci sappiamo di dover fare prestazioni al di sopra del nostro livello. Affrontiamo squadre in Europa davvero forti, nulla in confronto alla Conference League. Non ero abituato a questi standard per ritmo, qualità, intensità. Dobbiamo cercare di proporre quello che facciamo in allenamento, deve essere questa la nostra ossessione. La Champions per noi deve essere uno step di crescita.

Ancora sulle scelte di formazione: Italiano confessa che ci sono giocatori stanchi

Oggi c'era un bel po' di gente ancora stanca che non è riuscita a spingere come dovrebbe. Se la risposta domani sarà la stessa, qualcuno farà fatica a partire dall'inizio rispetto alla gara con il Lecce. Penso che siamo alla 14esima partita e abbiamo coinvolto tutti, qualcuno con più minutaggio ma è normale che sia così. I ragazzi devono stare sul pezzo perché tutto può accadere e domani qualcuno che ha giocato meno avrà una chance.

Sulla pressione derivata dalle aspettative dei tifosi

 Sentirmi bolognese? È la gente che deve dirlo, per come vivo le partite e come approccio ad ogni conferenza stampa. Io cerco di dare il cuore e metterci tutto me stesso. Non lo faccio spesso ma gli allenatori vanno lasciati gioire. Dopo il Lecce mi sono sfogato insieme alla gente e ai ragazzi perché volevamo questa vittoria in casa che mancava da tanto tempo. Non deve esserci pressione, con il Lecce abbiamo avuto pazienza e segnato alla fine, non dobbiamo avere la smania di mettere alle corde il nostro avversario. In questi momenti i calciatori hanno bisogno dei tifosi: io ho fatto il calciatore e se ho il pubblico che mi sostiene faccio fatica ad abbattermi. Poi alla fine si possono accettare tutte le reazioni possibili, ma a partita in corso deve valere il motto uno per tutti e tutti per uno. 

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