Match Analysis: l'Udinese di Gabriele Cioffi
Andiamo ad analizzare i princìpi di gioco dell'Udinese di Gabriele Cioffi, prossimo avversario del Bologna
Archiviata l'ottima prestazione dello Stadium, in casa della Juventus, è già ora di pensare nuovamente al calcio giocato. Domenica alle ore 15 al Renato Dall'Ara arriverà l'Udinese, per una delle più classiche partite di fine stagione, più precisamente la 34esima.
La formazione guidata da Gabriele Cioffi è un mix di esperienza e gioventù, ma anche di fisicità e tecnica, con diversi calciatori piuttosto interessanti e potenzialmente pericolosi. L'Udinese, prima del recupero di mercoledì, perso all'ultimo istante contro la Salernitana, era reduce da tre vittorie consecutive, con la bellezza di ben 11 reti segnate. Periodo dunque ottimo per i ragazzi di Cioffi, interrotto da una Salernitana arrivata in Friuli con l'obbligo di fare punti per mantenere vivo il sogno salvezza.
Il Bologna potrà allo stesso modo contare su un buonissimo periodo di forma, con 2 pareggi importantissimi (con Milan e Juventus) uniti alla vittoria casalinga sulla Sampdoria. Dunque si potrebbe prevedere una partita divertente, tra due squadre che hanno ormai poco da chiedere al proprio campionato, e di conseguenza la possibilità di giocare a viso aperto, senza alcun peso psicologico.
LA FORMAZIONE
L'Udinese si schiera generalmente con un 1-3-5-2 molto atletico e fisico, come la tradizione del club friulano vuole. Ad una difesa non particolarmente solida, si ‘oppone’ un reparto offensivo che è senza dubbio migliorato, a livello qualitativo, rispetto alle scorse stagioni. Della zona destra della classifica, infatti, la squadra di Cioffi è quella che ha il miglior attacco, con 47 reti segnate.
Da tenere sotto osservazione, neanche a dirlo, saranno soprattutto Pereyra e Deulofeu, i due giocatori più tecnici dell'Udinese. Ma non solo. Attenzione anche alla forza fisica e alla corsa di Molina e Udogie e agli inserimenti di Makengo. Insomma, una compagine che sarà sicuramente complicata da affrontare.
FASE DI POSSESSO PALLA
L'Udinese alterna generalmente la costruzione in due modi. Se gli avversari concedono campo e spazio, non pressando quindi in maniera feroce il primo giro palla, l'Udinese imposta dal basso, formando una sorta di 3+2, coi tre centrali e i due mediani (immagine 1). I difensori bianconeri, però, non sono particolarmente tecnici, motivo per cui se la squadra avversaria pressa intensamente, l'Udinese non esaspera il giro palla, andando a rischiare di perdere il possesso, ma cerca con rapidità la verticalità, appoggiandosi sulla prima punta forte fisicamente (Beto o Success).
In fase di rifinitura l'Udinese sfrutta molto le triangolazioni, con gli inserimenti continui delle mezzali nei mezzi spazi. L'obiettivo è andare infatti ad attaccare gli spazi alle spalle delle linee avversarie, sfruttando rotazioni continue. Nell'immagine 2 notiamo Pereyra che inventa, Makengo che si scambia di posizione con Udogie, formando una triangolazione che ruota per liberare al cross sul fondo il centrocampista francese. In area sono pronti a smarcarsi due compagni: uno orientato ad attaccare il primo palo, l'altro sul centro porta/secondo palo.
Un'altra situazione interessante è rappresentata nell'immagine 3. Anche in questo frame è evidente la triangolazione che si è venuta a creare tra Pereyra, Deulofeu e Molina. Il fantasista spagnolo dà il via all'azione e poi si butta dentro l'area di rigore, attirando la marcatura del terzino dell'Empoli. Pereyra dunque ha campo libero per servire Molina che, totalmente isolato e con spazio da attaccare, prende il fondo e effettua un cross teso molto pericoloso. Da questa situazione nascerà poi il gol del vantaggio dei bianconeri.
Il Bologna dovrà inoltre essere bravo e attento sui contropiedi e sulle transizioni, elementi di forza dell'Udinese. Avendo infatti in rosa calciatori molto abili atleticamente e dotati di ‘gamba’, le ripartenze improvvise, subito dopo aver recuperato palla, saranno un'arma su cui i bianconeri faranno sicuramente leva.
FASE DI NON POSSESSO PALLA
In fase di non possesso palla l'Udinese raramente porta pressione ‘feroce’ sulla prima costruzione avversaria, concedendo il giro palla difensivo in orizzontale. I bianconeri si orientano invece a oscurare il play avversario, per togliere rifornimenti alla principale fonte di gioco. Nell'immagine 4 notiamo infatti che Deulofeu e Success si alternano nelle scalate per andare a marcare il mediano dell'Empoli, lasciando invece piena libertà alla linea difensiva di muovere palla da destra a sinistra e viceversa.
Nonostante la grande fisicità e la compattezza tattica dei ragazzi di Cioffi, uno dei punti deboli dell'Udinese è il non essere sempre attento nelle scalate in avanti, lasciando spesso spazio tra le linee. Troppo frequentemente, infatti, il reparto difensivo non alza il baricentro seguendo il resto della squadra. Questo potrebbe essere, da un lato, una strategia voluta dal tecnico, in quanto i tre difensori titolari non sono particolarmente veloci e abili a coprire ampie porzioni di campo. Questo, però, causa l'apertura di spazi tra un reparto e l'altro, potenzialmente sfruttabili dagli avversari. Nell'immagine 5 infatti vediamo come Pinamonti riesca a staccarsi dalla linea difensiva bianconera per ricevere alle spalle dei centrocampisti. L'Udinese è posizionato male e il centravanti toscano può girarsi e andare a calciare in porta.
PUNTI DI FORZA: Squadra molto fisica, abile a vincere i duelli in mezzo al campo. Notevole applicazione nel rincorrere gli avversari, rendendo tutti i calciatori in campo attivamente partecipi alle due fasi di gioco. Compagine molto brava nelle transizioni positive, ovvero quel momento in cui i friulani stanno difendendo e riconquistano la sfera: grazie a giocatori molto veloci e di gamba, l'Udinese è in grado di recuperare palla e capovolgere il fronte con una velocità impressionante, andando a creare occasioni in zona offensiva potenzialmente pericolose.
PUNTI DEBOLI: Qualità del gioco a volte da rivedere, tanto che nella propria metà campo l'Udinese fatica molto a palleggiare: Walace, infatti, che veste le veci tattiche del cosiddetto “metodista”, è un giocatore poco tecnico e più incline a interdire e distruggere il gioco avversario. Difesa lenta, un po' compassata e vulnerabile.