Emilio De Leo, tattico dello staff di Sinisa Mihajlovic ha rappresentato tanto per Bologna durante i difficili anni annessi alla malattia dell'allenatore serbo. Sia in conferenza stampa che sul campo ha sempre dimostrato di poter diventare un allenatore a tutti gli effetti, ed oggi con il superamento del corso Uefa Pro con una tesi dedicata a Sinisa Mihajlovic può dire di avercela fatta. Ecco le sue parole al Corriere di Bologna.

Sul superamento del corso con la tesi intitolata “La grande bellezza”:Nasce dalla mia passione per tante arti, tra cui il cinema. Per Paolo Sorrentino e Toni Servillo. L’idea era esprimere il senso che mi ha portato ad allenare: scatenare un’emozione con la bellezza, viverla in prima persona e condividerla. Anche in una cosa banale, come uno schema o una strategia che riesce. Ho associato la bellezza a tanti aspetti calcistici: Dalì a Cantona, Gascoigne a Pollock, la genialità di Maradona che era bellezza sotto ogni punto di vista”.

Sull'importanza di Mihajlovic in questa tesi:Tantissimo, ovviamente. Anche la fragilità è piena di bellezza: ho citato le ultime interviste di Sinisa dove diceva di essere più tenero, di commuoversi. Ma non solo: vorrei pubblicare la tesi il prima possibile, per far emergere tante cose di lui. C’è un’espressione serba che ho citato, “Umirati u lepoti”, che significa “morire nella bellezza”, vicina a una foto di Sinisa che calcia. La dedica è per lui. E per Iris, la mia bimba in arrivo dopo un lungo percorso”.

Sui complimenti di Miroslav Mihajlovic, il quale seguirà le orme del padre:Fa un certo effetto, mi aveva contattato chiedendomi alcuni lavori che avevamo fatto con Sinisa: gli ho detto che ero a sua completa disposizione, per qualsiasi cosa. Sarebbe bello un giorno averlo come collaboratore”.

Sul suo percorso futuro:Vorrei iniziare da primo, ma trovando la proposta giusta. Mi hanno contattato per fare il vice, per una Primavera o dall’estero: non ho esigenza di buttarmi nella mischia per forza, dopo 12 anni a pieno regime con Mihajlovic. Vedremo cosa arriverà: serve la scarica giusta, quella che ti riempie”.

Sul conseguimento del patentino dopo tanta gavetta: È una soddisfazione incredibile. Io passai il primo livello, Uefa B, nel 2003: alcuni di loro dovevano ancora iniziare la carriera da calciatori, in 2-3 anni sono arrivati a fine percorso. Nella mia esperienza mi sono divertito, ho quasi 300 gare in A, il calcio è cambiato: per chi, come me, è partito da zero inventandosi un lavoro, senza santi in paradiso, è motivo di orgoglio”.

Sugli allenamenti di Motta a cui ha assistito durante il corso:Mi piacciono la voglia di metterci qualità, il dominio tecnico della partita e la capacità di mandare tanti calciatori in rete: significa che ci sono valori tecnici e anche morali. Quest’estate ha cambiato tanto, magari si è voluto anche chiudere con il passato oltre alle strategie economiche del club: mi spiace che qualcuno sia andato via quando poteva ancora esprimere le sue potenzialità, come Schouten e Barrow. Ora vanno definiti i finalizzatori: lo scorso anno Orsolini fu determinante, c’è sempre bisogno dell’uomo da ultimo passaggio o da stoccata finale, quello che porta l’accelerata o il colpo”.

LEGGI ANCHE: Pecci: "Sono un estimatore di Zirkzee. Motta è bravo, ma sono i giocatori buoni a farti vincere le partite"

Virtus, parte la stagione di Eurolega: ecco il calendario completo
Virtus Bologna-Vanoli Cremona 91-86 (VIDEO HIGHLIGHTS): vittoria in rimonta per le Vnere, con un super Belinelli

💬 Commenti