Ayrton Senna: un mito, cinque draghi e tanta passione
A Bologna in Sala Borsa il ricordo di Ayrton Senna, trent’anni dopo la sua tragica scomparsa. I momenti del convegno in onore del campione brasiliano
Di ricordi di Ayrton Senna ne abbiamo visti - e vi abbiamo assistito - diversi. Sinceramente, la qualità e l'umanità espressa dai cinque sul palco della Sala Borsa, sabato 10 febbraio, non è paragonabile con nessun evento del genere. Il più "neutro" è stato l'impareggiabile conduttore, Roberto Boccafogli, parte della "cantera" Autosprint e inviato ai gran premi. Roberto non ha esibito una particolare amicizia con Ayrton, che peraltro conosceva benissimo, ma ha saputo dosare con maestria tutti i contributi. In quei contesti, un bravo "pilota" - a proposito - è fondamentale. Alla fine ha l'umiltà di chiedermi "abbiamo annoiato ?".Ma neanche un po', amico mio, proprio zero.
I ricordi su Ayrton Senna di Orsi, Minardi, Cavicchi, Zanetti e Nugnes
Angelo Orsi, Giancarlo Minardi e Carlo Cavicchi sono stati veramente molto legati al fenomeno brasiliano. Orsi il compagno, il confidente, colui al quale, nelle chiacchiere in tipografia davanti ai sedicesimi in stampa, si confidava di volere acquistare Autosprint, quello che assiste al colloquio con Fangio, un argentino che va da un brasiliano e lo incita a resistere, "sei il più forte". Minardi che racconta delle telefonate serali e notturne con Senna, quella volta in piazza a Faenza, dal tono confidenziale sembrava che Giancarlo parlasse con un'amante, lui si nascondeva dietro una colonna e gli amici che passavano e gli lanciavano un "ciao" imbarazzato. E poi il sogno di Ayrton di chiudere la carriera in Romagna. Cavicchi, il "defensor fidei" nel processo, "VOGLIAMO LA VERITA'", ovvero perché, quel maggio '94, quel maledetto piantone si è rotto, ma anche quello che lo porta a vedere il basket e fa scattare la foto con Oscar Schmidt, il nazionale verdeoro che stravedeva per il conterraneo. E Massimo Zanetti, che prende questa giovane promessa in Toleman e lo porta da Frank Williams, sponsor - con Segafredo - dell'alettone dietro l'abitacolo a una cifra convenientissima, "ho avuto persino la sensazione che la differenza l'avesse pagata Ayrton di tasca sua". In sala c'erano comunque altre persone cruciali per le vicende finali della carriera e della vita del pilota Williams. L'avv. Bendinelli, Presidente SAGIS, all'epoca, e oggi di ACI Bologna, imputato al processo (assolto). Il Dr. Salcito, primo soccorritore al Tamburello, mite e professionale figura onnipresente. Franco Nugnes, altro splendido rappresentante della redazione di Autosprint, uno di quelli che concorse al rifiuto categorico di commercializzare le foto di un Senna oramai senza vita, lì, sul prato a fianco del Santerno. Gli scatti sono - forse - nel comodino di Orsi. Di sicuro, se ci sono ancora, non li vedrà mai nessuno.
I vari passaggi della carriera di Senna
Nella chiacchierata è stata esaminata la carriera di Senna, dallo sbarco in UK alla sua previsione di arrivare sul tetto del mondo motoristico. La rivalità con Prost, secondo Zanetti il francese era più "robottino" e Ayrton meticoloso nel pregara (ha raccontato Orsi: "al giovedì facevamo tutto il circuito a piedi. Lui memorizzava buche, avallamenti e crepe nell'asfalto, una macchina") ma fantasioso in pista. La frustrazione di Berger, a cena con Boccafogli al Molino Rosso senza spiccicare parole perché all'ultimo giro di qualifica il diavoletto brasiliano gli aveva stampato un tempo inferiore di 4 decimi. "Dimmi che senso ha che io sia venuto in McLaren, con lui non posso competere". E poi le lotte con la FIA di Balestre che lo vessava, il quale passerà il timone al britannico ultrà di destra Max Mosley, fiero avversario degli italiani e della loro "mania" di esigere la verità da un processo. Ad Autosprint fu fatta una causa miliardaria che oggi si chiamerebbe "lite temeraria". Un intimidatore, più che un equilibrato dirigente sportivo. Perché è vero che le modifiche alla Williams erano state richieste da Ayrton, ma quell'abitacolo era ancora disegnato per le misure e le abitudini di Prost. Una vettura inguidabile. La sala era gremita, e non solo di anziani come chi scrive. Se nasce un mito, di solito sopravvive alle generazioni. E questo è il caso.